domenica, 9 Marzo 2025

Dedico l’8 marzo alle donne che lottano in Siria e ovunque nel mondo

La differenza tra ciò che ci raccontano, ciò che è successo e ciò che sappiamo: un’attenta analisi sulla situazione odierna delle donne in Siria

Come è cambiata la situazione delle donne in Siria, paese aggredito e ora occupato da terroristi e invasori stranieri? Oggi più che mai un po’ di chiarezza, documentazioni e dati di fatto inoppugnabili è necessario ribadirlo, non potranno cambiare le cose. Ma anche solo per rendere onore alla verità storica e alla giustizia, e forse anche per rendere onore alle straordinarie donne siriane per il futuro, grigio, cupo ma che già sta muovendo verso RESISTENZA e NON accettazione di un presente jihadista e tragico.

Con questo lavoro non intendo entrare nel merito degli avvenimenti accaduti nel dicembre scorso, tuttora estremamente indecifrabili, anche se poco alla volta la verità, sulla base dei dati di fatto locali e geopolitici, sta emergendo.

Questo lavoro vuole solo rendere onore e giustizia alle donne di quella Siria, che per tredici lunghi, dolorosi e sanguinosi anni, hanno resistito e si sono battute, al di là di ideologie politiche, differenze di fedi, etnie, culture, per difendere un paese e una società, non certo immune da errori, limiti, contraddizioni, storture, corruzioni, ma dove ogni donna siriana aveva diritti, libertà, prospettive e ruoli ai più alti livelli della società e in tutti gli ambiti delle istituzioni civili, politiche e militari.
Dove ogni donna è sempre stata libera di scelte, comportamenti, rivendicazioni e diritti inalienabili. Anche per l’ONU, la Siria è stata storicamente il paese arabo e musulmano più avanzato, rispettoso e socialmente più progressista, circa la condizione della donna nella società.

donne in posizione di comando in siria e nel mondo

Confrontando le popolazioni degli Stati Uniti e la Repubblica Araba Siriana (318,9 milioni gli USA; 23 milioni la RAS) e le donne in posizioni di comando, gli Stati Uniti sembrano essere abitanti delle caverne tribali in confronto alla Siria.

Basta notare quante donne siriane avevano importanti ruoli guida nel governo siriano di Unità nazionale. Il ruolo delle donne nella magistratura, nelle scuole, nella sanità, nell’esercito, nella resistenza contro l’aggressione. Donne laiche, religiose delle dodici fedi nel paese, tradizionaliste o modernizzate, socialiste, comuniste, TUTTE patriote.
Memorizziamo i loro volti. Memorizziamo i loro nomi e confrontiamo tutti i diritti da esse acquisiti, la cultura della tutela delle donne in Siria, il loro ruolo vitale, con la realtà della Siria “liberata” di oggi e quella dei paesi aggressori e potremo capire QUANTO hanno perso, oggi, che il paese è stato “liberato” dalle forze jihadiste e terroriste, alleate e protette dell’occidente, dalla NATO attraverso la Turchia e da Israele abile attore manipolatore dello scenario mediorientale.

gli ultimi 13 anni delle donne in siria

Ogni giorno, per gli ultimi tredici anni, le donne siriane hanno seppellito figli, fratelli e mariti, vittime di una cinica aggressione che ha avuto e ha tuttora i vari burattinai padroni del paese che è stato occupato. Tutti celati dietro al terrorismo jihadista, prima con un ex comandante dell’ISIS. Poi di Al Nusra, con una taglia di 10 milioni di dollari, autoelettosi presidente del Paese, che avendo compiuto il lavoro sporco, oggi è benedetto come “figliuol prodigo” da tutti. Anche dalle alte gerarchie ecclesiastiche cristiane, che hanno già dimenticato ciò che in cinquant’anni hanno avuto dalla Siria laica, multietnica, multi religiosa e multipartitica, in termini di diritti, protezione ed economici.

Come in tutti i conflitti, sono sempre le donne a cercare con ogni mezzo di continuare a provvedere alle famiglie, a confortare bambini e sopravvissuti, a credere e lottare comunque, ad alimentare la speranza nella vita. Loro che la vita ce la donano. Quanto è successo e succede anche in Siria, così come in ogni guerra, non è altro che la conferma di quanto siano incredibilmente forti e imprescindibili.

dedico questo 8 marzo alle donne siriane e palestinesi

Questo otto marzo, festeggiato in tutto il mondo come giornata internazionale della donna, vorrei riservarlo a loro e alle eccezionali ed eroiche donne palestinesi.

Senza dimenticare ogni donna in piedi o schiacciata nella lotta per la propria emancipazione, per la difesa della propria terra o per la liberazione del proprio paese. Dalle donne yemenite, a quelle libiche, afgane, cubane e così via. Tutte incluse in un grande abbraccio di solidarietà e in un impegno costante di sostegno concreto.

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