Legge di bilancio, nessuna risorsa su sanità territoriale?

Magi (Omceo Roma): “Evitare che il servizio si fermi, Governo investa su personale per migliorare la sanità pubblica”

“Devo sicuramente prendere atto che alcune risorse economiche sono state messe nel settore della sanità, anche se una parte era già prevista da precedenti disposizioni legislative. Il problema, però, rimane sempre quello relativo al personale e della corretta spesa sanitaria, che dovrebbe essere fatta senza sprechi”. Lo spiega il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma, Antonio Magi, commentando il via libera alla Legge di Bilancio 2025, approvata definitivamente lo scorso 28 dicembre, e gli interventi previsti sul comparto sanitario.

“Alcune delle risorse economiche previste dalla manovra – prosegue- riguardano settori dell’attività sanitaria che sono in sofferenza: mi riferisco, soprattutto, ai Pronto soccorso e ai contratti di medici e infermieri che lavorano in ospedale. Non posso, però, non notare che nulla o quasi è stato messo sulla sanità territoriale che, in base a quanto stabilito dal Pnrr, avrebbe dovuto essere potenziata.
Se noi andiamo a perdere proprio il personale sui servizi territoriali è evidente che non abbiamo raggiunto l’obiettivo reale che il Pnrr si prefigge, ovvero quello di avere il personale all’interno delle Case e degli Ospedali di comunità. È dunque chiaro che avremo le risorse per le strutture ma non per il personale. E se i soldi messi dalla Finanziaria per i prossimi anni non andranno a coprire quelle necessità, è evidente che non avremo fatto altro che creare strutture che non potranno funzionare. E a questo proposito la manovra è carente”.

“Sicuramente – continua il comunicato – la Finanziaria va bene per quanto riguarda la defiscalizzazione che riguarda alcune persone che lavorano negli ospedali ma nulla è stato fatto per tutti i medici che lavorano all’interno del territorio, ovvero la medicina generale, la specialistica ambulatoriale e la pediatria di libera scelta. In tutti i casi è ancora poco quello che è stato investito sul personale.
Ecco perché è necessario trovare le risorse, poiché stiamo perdendo sempre più personale sanitario.

Nel 2012 con 59 milioni e 900mila abitanti avevamo 408mila medici iscritti agli Albi degli ordini professionali. Oggi, con 58 milioni e 900mila abitanti, dunque con un milione di abitanti in meno, abbiamo 480mila medici iscritti. Se però nel 2012 eravamo forse un po’ sotto organico, oggi abbiamo molti più medici e una situazione gravissima per il Servizio sanitario nazionale”.

aspettavamo risorse su personale sanitario

“Dunque – dice Magi – i medici ci sono ma stanno andando da altre parti, ovvero all’estero o all’interno del privato, dove ottengono remunerazioni più alte rispetto al pubblico.
Ci saremmo aspettati qualche risorsa in più per il personale proprio per rendere nuovamente attrattivo il Servizio sanitario nazionale. È chiaro poi che i nuovi episodi di violenza a danno degli operatori sanitari influisce negativamente sulla scelta di un medico di lavorare nel Servizio sanitario nazionale ed è evidente che ci troviamo in una carenza di tipo organizzativa proprio a causa della carenza del personale sanitario. Basti pensare al caso dell’Azienda ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma, che ha deciso di interrompere le attività chirurgiche di elezione della chirurgia proprio per mancanza di posti letto.

Questo è il primo campanello d’allarme: dobbiamo evitare che manchino i medici e gli infermieri nei Pronto soccorso, dobbiamo evitare che manchino i medici e gli infermieri nei reparti ospedalieri, dobbiamo evitare che manchino i medici e gli infermieri nelle Case e negli ospedali di comunità. Insomma, dobbiamo evitare che il Servizio sanitario si fermi, perché senza il personale la sanità non si può fare. Il governo, dunque, deve investire fortemente sul personale e sulla salute, il bene di tutti i cittadini”.

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