Rilanciare il Sud potenziando le Zes

Lollobrigida estende il credito d’imposta per le Zone Economiche Speciali del Mezzogiorno

Il governo italiano estende il credito d’imposta fino al 2025 per stimolare investimenti nelle Zes, Zone Economiche Speciali, sostenendo agricoltura, pesca e acquacoltura nel Mezzogiorno. Il recente annuncio del ministro del Mifaap – politiche agricole, alimentari e forestali – Francesco Lollobrigida sulle Zone Economiche Speciali ha suscitato notevole interesse tra gli operatori del settore agricolo e produttivo. Con questa nuova misura valida fino al 2025, l’obiettivo del governo è promuovere investimenti significativi nel Mezzogiorno italiano. La proroga del credito d’imposta è considerata un passo cruciale per sostenere le aziende agricole, forestali, della pesca e dell’acquacoltura, rendendo il Meridione sempre più competitivo e attrattivo.

Il ruolo delle Zes, Zone Economiche Speciali

Le Zone Economiche Speciali sono aree geografiche specifiche dove le imprese possono usufruire di agevolazioni fiscali e burocratiche per stimolare lo sviluppo economico. L’obiettivo è attrarre investimenti, generare occupazione e potenziare la competitività dell’economia locale. Queste zone rivestono particolare importanza per il Mezzogiorno, caratterizzato da disoccupazione e un divario economico rispetto al resto d’Italia. Con l’estensione del credito d’imposta fino a 50 milioni di euro, il governo intende incoraggiare le aziende a investire in beni strumentali. Le imprese che effettueranno investimenti tra il 1° gennaio 2025 e il 15 novembre 2025 potranno beneficiare di questo incentivo. È una strategia ambiziosa mirata a rafforzare il tessuto produttivo del Sud e valorizzare le risorse locali, trasformando le ZES in motori di crescita economica.

focus su agricoltura e settore forestale

L’annuncio mette in evidenza l’importanza del settore agricolo e forestale, pilastri fondamentali dell’economia nel Meridione. L’incentivo è progettato per supportare le imprese esistenti e stimolare la creazione di nuove, in particolare nelle zone rurali. Investire in attrezzature all’avanguardia, strutture moderne e tecnologie innovative può determinare un significativo incremento della produttività.
Le aziende agricole che approfittano del credito d’imposta possono non solo potenziare le proprie capacità produttive, ma anche promuovere la sostenibilità ambientale. Le innovazioni nel settore agricolo possono favorire pratiche più ecologiche e la conservazione delle risorse naturali, garantendo al contempo un aumento della qualità dei prodotti.

lo sviluppo delle zes passa per la pesca e l’acquacoltura

Oltre all’agricoltura, anche la pesca e l’acquacoltura sono inclusi nel piano di sviluppo delle ZES. Questi settori, fondamentali per l’economia costiera del Mezzogiorno italiano, possono beneficiare enormemente della proroga del credito d’imposta. Investimenti in impianti di produzione, tecnologie di lavorazione e di conservazione possono fare la differenza nel rendimento delle imprese.

Il ministro Lollobrigida ha sottolineato l’importanza dell’acquacoltura come alternativa sostenibile alla pesca tradizionale, evidenziando il potenziale per sviluppare prodotti ittici di alta qualità. L’obiettivo è creare un sistema integrato che valorizzi le risorse marine e garantisca sia la sostenibilità sia il profitto a lungo termine per le comunità di pescatori.

La visione del governo per il futuro del Mezzogiorno

Con questi provvedimenti, commentano i sostenitori del provvedimento, il governo si impegna a trasformare il Mezzogiorno in un centro di eccellenza per l’agricoltura e il settore primario. L’obiettivo finale è rendere queste zone non solo un’opportunità economica, ma anche un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. La collaborazione tra pubblico e privato sarà essenziale per realizzare questa visione, unendo le forze per massimizzare i benefici delle Zone Economiche Speciali.

Con il credito d’imposta prorogato e l’attenzione rivolta a sostenere le attività locali, il futuro del Mezzogiorno potrebbe prendere una piega favorevole, favorendo un riposizionamento strategico nell’economia italiana.

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