mercoledì, 9 Aprile 2025

Sciopero magistrati: anche in Polonia il governo ha represso i giudici

L’intervento della magistrata polacca Katarzyna Mieszkowicz a Catanzaro durante lo sciopero dei magistrati a difesa della Costituzione

Buongiorno Signore e Signori.

Mi chiamo Katarzyna Mieszkowicz, sono la presidentessa di una delle sezioni dell’Associazione polacca dei giudici Iustitia. Oggi sono insieme con Anita Ciećwierz e Grażyna Kicińska – le vicepresidentesse della nostra sezione. 

Vi ringrazio molto per avermi invitata all’assemblea di oggi. Quando io e Giovanni abbiamo parlato all’inizio di ottobre, abbiamo discusso dei progetti proposti dal governo italiano e dei rischi che ne derivano. Ora, purtroppo, tutto questo è diventato reale.

i rischi sono diventati realtà

Il sistema giudiziario in Italia sta affrontando una crisi profonda risultante dalle azioni del governo. Come giudice polacco, capisco le vostre emozioni in questo momento e vi ringrazio di poter condividere con voi le nostre esperienze e vi assicuro che la determinazione e la perseveranza portano sempre al risultato sperato.

Vorrei illustrare in breve come il precedente governo polacco abbia cercato di distruggere i meccanismi democratici e come voi possiate difendervi da tutto ciò. Le azioni dei governi nazionalisti hanno sempre lo stesso modello. Ciò che sta accadendo in Italia è simile alla situazione in Polonia.

la situazione in polonia: la distruzione del sistema giudiziario

A partire dal 2015, quando è cambiato il governo, è iniziata la graduale ma consistente distruzione del sistema giudiziario e l’approfondimento della sfiducia dei cittadini nei confronti dei giudici. Le azioni del governo possono essere divise in due gruppi: modifiche della legge (contrarie alla Costituzione e al diritto dell Unione Europea) e repressione dei giudici che si oppongono a tali modifiche.

designazione diretta dei giudici: la subordinazione al governo

Subito dopo aver preso effettivamente il potere, il partito Diritto e Giustizia ha iniziato a riempire la Corte Costituzionale con giudici da lui stesso designati. Tre di loro hanno occupato posti che ormai appartenevano a giudici legalmente eletti del tribunale. Era possibile solo perché il Presidente della Repubblica – che proviene dal partito Diritto e Giustizia – ha approvato le loro nomine.

Questo ha trasformato la Corte costituzionale, indipendente e rispettata, in un’istituzione subordinata al partito al potere. I cosiddetti giudici “doppi”, eletti dal Parlamento, non erano indipendenti e si caratterizzavano per la loro assoluta subordinazione al partito al potere – lo hanno dimostrato in più di un’occasione emettendo sentenze che cercavano di giustificare le azioni incostituzionali delle autorità.

In questa situazione straordinaria, i giudici dei tribunali ordinari si sono rifiutati di applicare leggi contrarie alla Costituzione e al diritto dell Unione Europea. Non hanno più rinviato le domande alla Corte Costituzionale. Si sono basati direttamente sulla Costituzione e sulle leggi dell Unione Europea.

fusione ministro giustizia e procuratore generale

La seconda importante modifica apportata alla legge è stata la fusione della funzione del Ministro della Giustizia con quella del Procuratore Generale. Di conseguenza, i pubblici ministeri non hanno avviato procedimenti contro i membri del partito in carica. Allo stesso tempo, i procedimenti giudiziari contro gli oppositori politici sono stati continuamente portati avanti.

elezione dei giudici al Consiglio Superiore della magistratura

Il terzo cambiamento ha riguardato le modalità di elezione dei giudici al Consiglio Superiore della Magistratura.
Fino al 2018 i 15 membri del Consiglio (su 25) erano giudici eletti da altri giudici. Questa norma è sancita dalla Costituzione. Il Parlamento ha cambiato questa regola – con una legge ordinaria – e ora i giudici del Consiglio superiore della magistratura sono eletti dal Parlamento – e quindi dipendono dal legislatore, violando il principio della separazione dei poteri.

A seguito di questo cambiamento, il Consiglio superiore della magistratura polacco è stato rimosso dalla Rete europea dei Consigli di giustizia. Il Consiglio superiore della magistratura polacco, tra le altre cose, indica i candidati per tutti gli incarichi di giudici.

La composizione impropria e incostituzionale del Consiglio fa sì che le persone nominate in incarico di giudice dopo il 2018 occupino tali incarichi illegalmente. Purtroppo, circa un quarto dei giudici polacchi oggi lo sono.

i giudici kamikaze e le conferme della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di giustizia dell’Unione europea

Alcuni giudici indipendenti – noi li chiamiamo giudici kamikaze – si sono candidati per gli incarichi vacanti, ma solo per impugnare le decisioni del Consiglio presso i tribunali nazionali e internazionali. Grazie a questi e ad altre impugnazioni, la mancanza di indipendenza del Consiglio è stata confermata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e dalla Corte di giustizia dell’Unione europea.

I giudici polacchi hanno anche iniziato a presentare questioni pregiudiziali alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Domandavano se i giudici nominati con il coinvolgimento del Consiglio fossero giudici legittimi.

le procedure disciplinari e la repressione dei giudici

Il Consiglio di disciplina – nominato dal Ministro della Giustizia – ha successivamente avviato procedure disciplinari contro tali giudici. Alcuni sono stati sospesi come giudici – la sospensione più lunga è durata più di due anni – e al giudice Pawel Juszczyszyn è stato impedito di lavorare durante questo periodo.

I giudici sono stati sottoposti a repressione anche in altre situazioni. Per esempio quando protestano contro le violazioni della Costituzione e del diritto europeo oppure criticano gli organi disciplinari di nuova nomina, quando sostengono altri giudici repressi, quando partecipano all’educazione giuridica dei giovani.

la legge bavaglio

Per rafforzare la repressione, a dicembre del 2019 il Parlamento ha adottato la cosiddetta legge-bavaglio, in cui si vietava esplicitamente ai giudici di verificare se un altro giudice fosse stato regolarmente nominato nella sua funzione e di commentare le azioni dell’esecutivo e del legislatore. 

la campagna pubblicitaria del governo contro i giudici

Allo stesso tempo, il governo polacco ha cercato soluzioni non standard, come ad esempio la cosiddetta campagna di cartelloni. Si trattava di una campagna pubblicitaria – pagata con fondi statali – che ritraeva presunte azioni criminali da parte dei giudici su cartelloni pubblicitari e su un sito web.

Le informazioni presentate nella campagna erano false (ad esempio, quelle relative a un giudice che aveva rilasciato un pedofilo che aveva fatto del male a un altro bambino subito dopo essere uscito dall’ istituto penitenziario) o incomplete, creando così un’immagine falsa. È il caso, ad esempio, della notizia sulla giudice che ha rubato dei pantaloni in un negozio – ma non c’era alcuna informazione sul fatto che questa giudice non pronunciava più sentenze da 12 (dodici) anni, è fuori dalla professione perché è affetta dalla malattia  mentale.

La campagna pubblicitaria del governo era mirata a far credere che la più grande minaccia per la società fosse il gruppo professionale dei giudici.
La manipolazione aveva lo scopo di degradare l’immagine dei giudici, privarli di credibilità e svalutare il loro ruolo di terzo potere.

A QUANTO MI RISULTA, IL GOVERNO ITALIANO HA USATO LE VOSTRE SENTENZE SUI RIFUGIATI PER FOMENTARE IL RISENTIMENTO DELL’OPINIONE PUBBLICA CONTRO I GIUDICI.

la manifestazione dei giudici a varsavia, nel 2020

In risposta alla repressione e soprattutto alla legge-bavaglio, le associazioni dei giudici hanno deciso di organizzare la Marcia delle mille toghe nel gennaio 2020. L’11 gennaio 2020, oltre mille giudici provenienti da tutta la Polonia, ma anche da 22 Paesi europei – tra cui l’Italia – sono venuti a Varsavia – cosa di cui siamo particolarmente grati. Alla marcia silenziosa hanno partecipato anche magistrati di altre professioni, così come cittadini. Trentamila persone hanno partecipato all’intera marcia – una tale affluenza non se l’aspettava nessuno. È stato un evento estremamente emozionante, abbiamo camminato con le lacrime agli occhi. 

Krystian Markiewicz, capo dell’associazione dei giudici “Iustitia”, ha detto alle migliaia di manifestanti davanti al Parlamento: “Abbiamo camminato in toghe perché tutti i polacchi potessero vederci. Per vedere che non siamo alieni, una casta sopra gli altri, traditori, ladri. Siamo polacchi che esercitano una professione con una missione importante”. 

La marcia ha rappresentato un punto di svolta estremamente importante: ha dimostrato che, nonostante la repressione diffusa, i giudici sono determinati a continuare a difendere lo Stato di diritto, ricorrendo a mezzi non convenzionali. Inoltre, la marcia ha dimostrato che i giudici hanno il sostegno dell’Europa, ma anche della società polacca, il che ha rafforzato la nostra posizione. Dopo la marcia, in linea di principio, non ci sono – cosi tanti – stati attacchi sistemici e legali così evidenti alla magistratura. 

le Conclusioni

Come si può vedere, chi è al potere può trovare vari modi per ridurre la fiducia nel sistema giudiziario e distruggere la legge. Per fortuna, ci sono anche misure che noi giudici possiamo adottare per evitare che ciò accada.

Da un lato, è molto importante utilizzare tutti i mezzi internazionali – rivolgendosi ai tribunali internazionali, ponendo questioni pregiudiziali, facendo intervenire gli organismi internazionali e dell’ Unione Europea – perché questo crea un riferimento normativo e un punto d’appoggio contro le azioni del governo che si rivelano illegali. 

Non è meno importante collaborare con l’opinione pubblica, rendere pubbliche le irregolarità, fornire informazioni, sottolineare che l‘indipendenza dei giudici non è un loro privilegio, ma una garanzia di un processo equo per i cittadini. Ci sono state numerose sentenze che hanno difeso cittadini i cui diritti civili sono stati violati durante le proteste in difesa della democrazia.

È importante condurre campagne educative, proprio per rendere i cittadini consapevoli dei loro diritti.
È anche importante che i giudici siano solidali: più persone si oppongono alle azioni delle autorità, più efficace è la protesta,

Auguri. Vi auguro di rimanere determinati, perché coraggiosi lo siete già, come è evidente oggi, e durante le proteste del 25 gennaio. Non siete soli, perché ogni violazione della democrazia non riguarda un solo Paese, ma l’intera Europa.

SF
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