domenica, 23 Febbraio 2025

ACAB

6 episodi, I stagione, 2025, Italia
di Carlo Bonini e Filippo Gravino, produttore esecutivo Stefano Sollima

Netflix

Ma quanto è cresciuta la qualità delle produzioni italiane di serie Tv?
ACAB, tratta dal libro ACAB. All cops are bastards di Carlo Bonini e sequel del film ACAB – All Cops Are Bastards, prometteva bene già nella campagna promozionale. La grafica stile murale con la scritta in vernice rossa ha riempito le città (soprattutto le stazioni metropolitane) creando attesa e curiosità. E sì, è sorprendente.

Fanno paura, i celerini. Da sempre. Devono far paura, ci sta. Ma il loro modo violento di arginare la violenza li fa odiare in modo trasversale. E anche se “sulla schiena abbiamo tutti scritto Polizia”, le squadre delle celere sono mal sopportate anche dai colleghi che operano in altri reparti.

La serie ci fa entrare in quel furgone blindato da cui cerchiamo di stare sempre alla larga. Scopriamo che la squadra protagonista parte da Roma per muoversi in tutta Italia (nello specifico sta andando ad “arginare” una manifestazione no tav in val di Susa). Li iniziamo a conoscere, con le loro debolezza. Con quel loro coro “Celerino, figlio di puttana” con cui si caricano.

La spedizione va male, condiziona tutto ciò che succede fino alla fine della serie. Ma quello che rimane sono le vite interrotte di ciascuno di loro.
Le scopriamo poco a poco, e il giudizio di quasi odio si tramuta in qualcosa di diverso. Che non è un’assoluzione, anzi. Ma è un altro modo di vedere le cose. Un mettersi dall’altra parte della barricata per vedere come si sta.

L’effetto è una sintesi perfetta di scrittura, regia e recitazione (anche se a volte i dialoghi sono troppo serrati: per chi non conosce il romano potrebbero risultare un po’ difficili). E a proposito di recitazione, il cast è di altissimo livello, a partire da Marco Giallini (Ivano ‘Mazinga’ Valenti), Adriano Giannini (Michele Nobili), Valentina Bellè (Marta Sarri), Pierluigi Gigante (Salvatore Lovato), Fabrizio Nardi (Pietro Fura), Donatella Finocchiaro (Anna Fura).

Le emozioni contraddittorie di ciascun componente della squadra del Reparto Mobile di Roma, in prima linea ai cortei e agli scontri armati nelle strade e nelle piazze, ma in prima linea anche nel cercare di rimetttere a posto i cocci di vite ai margini, scardinano alla base tutti i preconcetti su ordine pubblico e contenimento. E aiutano a fare un passo avanti verso la necessità di iniziare a guardare ogni cosa che ci circonda da punti di vista diversi dal nostro.

Elisabetta Roli
Elisabetta Roli
GIORNALISTA, CRITICA LETTERARIA E CINEMATOGRAFICA

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