domenica, 23 Febbraio 2025

Squid Game

16 episodi, II stagioni (III in arrivo), 2021/2025, Corea del Sud
di Hwang Dong-hyuk

NETFLIX

Hwang Dong-hyuk, regista e sceneggiatore sudcoreano, ha concepito l’idea di Squid Game nel 2008, ma solo nel 2019 Netflix ha investito su quello che è diventato non solo il primo di una lunga serie di Kdrama, ma anche la serie più vista nella storia di Netflix.

Terribile e convincente, la serie riprende temi già sviluppati sul grande schermo (da Hunger Games a Giochi di morte, passando per Battle Royal, tanto per citare i primi che mi vengono in mente): la noia di gruppi di potenti ricchissimi che per avere emozioni guardano poveri, reclutati per fame o per bisogno, giocare fino alla morte.

Squid Game ha tantissimi punti a proprio favore: la bramosia di soldi che va a braccetto con la ludopatia; la costruzione di location che sembrano giochi per bambini, coloratissimi e molto cartoon; il richiamo di giochi assolutamente innoqui come “1, 2, 3, stella”; la “manganizzazione” dei personaggi, con tute coloratissime e fluorescenti che disumanizzano (casomani ce ne fosse bisogno) i “cattivi”, ma anche i “buoni”, che tanto buoni non sono. Tutti ingredienti che hanno fatto della serie tv un vero cult, anche perché costruisce la paura con oggetti, colori, scenari apparentemente rassicuranti.

squid game 2 meglio di squid game 1?

Chi come me ha visto la prima tutto di un fiato (oggi si chiama binge watching), in coreano con sottotitoli, forse come me ha aspettato a guardare la seconda stagione, anche perché all’inizio le recensioni sono state prevalentemente negative. Bruttissimo essere delusi dopo aver adorato la prima stagione.
Nessun problema, invece: la seconda stagione, pur con cliffhanger finale (ma lo si sa da subito, quindi non è una sorpresa), è, se possibile, ancora meglio della prima.

Terribile quanto essenziale, con spunti innovativi e arricchimenti dei punti di vista. Sono tanti i personaggi nuovi, molti dei quali ci lasciano subito, o quasi. Le loro storie filano via come la trama, lasciano un attimo di pausa sul ritmo del gioco e della violenza, sembrano voler dare gocce di umanità ad un sequel così pieno di brutalità.

Dietro la violenza assoluta, dietro all’assurdità della trama, c’è tutta la sconfitta dell’umanità, rappresentata da reietti disposti – in buona parte – a sacrificare la vita dei loro “compagni di gioco” pur di poter sperare di raggiungere il montepremi finale ultramiliardario, e cambiare così la propria esistenza. E magari diventare proprio come i miliardari annoiati che si godono il gioco e le morti. 456 non è solo una sequenza numerica: è il numero iniziale dei concorrenti, il cui ultimo è protagonista della prima e della stagione (per inciso, il suo modo di recitare è troppo, appunto, recitato: difficile capire se sia colpa dell’attore o una chiara scelta di regia).
Sicuramente sarà il protagonista anche della terza. Ma bisogna aspettare che esca.

Elisabetta Roli
Elisabetta Roli
GIORNALISTA, CRITICA LETTERARIA E CINEMATOGRAFICA

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