domenica, 23 Febbraio 2025

Trilogia della pianura, K. Haruf

Canto della pianura, Crepuscolo, Benedizione: una trilogia di drammi, sogni, speranze, passioni e solitudini quotidiane. E di tanta umanità

NN editore, 2015-2016 [1° ed originale 1999, Usa]

Kent Haruf (1943-2014), uno dei più apprezzati scrittori americani, ha ricevuto tra gli altri riconoscimenti il Whiting Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway Foundation. Con Il canto della pianura è stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo romanzo della Trilogia della Pianura, ha vinto il Colorado Book Award. Benedizione è stato finalista al Folio Prize.

La vita è un respiro quotidiano, un esercizio senza senso che si ripete uguale a se stesso, tra paure e solitudini, speranze e passioni, fino a quando non arriva qualcosa di totalmente imprevedibile e inaspettato a cambiarne completamente il corso. Sembra questo il pensiero costante tra ogni riga dei tre romanzi che ricostruiscono la vita dei tanti personaggi che si muovono ad Holt, contea americana in Colorado, tanta terra e allevamenti di bovini, inventata eppure così reale.

Haruf descrive i suoi personaggi – a partire da Victoria Roubideaux e i fratelli McPheron, Harold e Raymond, Maggie Jonas, Tom, Ike e Bobby Guthrie, Dad e Mary, Joy Rae e Richie, Rose Tyler – e noi siamo là con loro, presenti mentre parlano senza virgolette né caporali né trattini (ho amato infinitamente la penna sapiente, così leggera nel seguire il corso delle cose da non aver bisogno di contrassegnare i dialoghi diretti).

Un libro dietro l’altro: quando ne finisce uno si inizia subito l’altro, per capire come va avanti la vita di ciascun personaggio, per scoprire i nuovi. Per vivere con loro, lasciandosi accendere dalla loro speranza, dalla loro certezza che, qualunque cosa succeda, c’è un’unica risposta: la capacità di provare sentimenti.
I tre romanzi della Trilogia della pianura potrebbero essere letti anche svincolati l’uno dagli altri. C’è chi ha seguito l’ordine cronologico di scrittura o di pubblicazione, chi ha immaginato ognuno come una storia a sé stante.

Non credo sia possibile rinunciare alla lettura in consecutio: sarebbe come mescolare le stagioni di una serie tv. Un unico rammarico: come mi succede sempre più raramente, con i romanzi contemporanei, vorrei tornare là, tra le pagine della trilogia, per rivivere la tanta umanità raccontata da Haruf. Vorrei essere in quella cucina che ha accolto una ragazza madre ripudiata dalla madre, in quella roulotte che non ha saputo proteggere due ragazzini dalla violenza dello zio, in quella birreria dove ogni giornata mette un punto su stessa, in quei giardini i cui confini trattengono anche le emozioni. Vorrei aver saputo leggere più lentamente per godere ogni sfumatura, ogni risata, ogni gioia.

Leggere Haruf fa capire perché non si può vivere senza leggere.

Paola Bottero
Paola Bottero
JOURNALIST, STORYTELLER, VISION MAKER

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