domenica, 23 Febbraio 2025

Guida galattica per autostoppisti, D. Adams

42, la risposta di Pensiero Profondo alla “domanda fondamentale sulla Vita, sull’Universo e Tutto Quanto”, è la sintesi perfetta di un romanzo cult, molto più di una Guida galattica per autostoppisti

Mondadori, 1980 [1° ed originale 1979, Inghilterra]

Douglas Adams (Cambridge 1952 – Santa Barbara, California, 2001), laureato in letteratura inglese, ecologista, appassionato di scienza e filosofia, ha iniziato con la sceneggiatura di serial radiofonici. Nel 1979 ha pubblicato Guida galattica per gli autostoppisti. A questo sono seguiti Ristorante al termine dell’UniversoLa Vita, l’Universo e Tutto QuantoAddio, e grazie per tutto il pesce e Praticamente innocuo. Ha pubblicato anche altri fortunati romanzi, tra cui la serie dedicata all’investigatore olistico Dirk Gently.

«Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione».

Una rilettura, la mia, del primo capitolo delle serie di fantascienza per eccellenza. Ho amato Adams dagli anni Ottanta, quando il romanzo, adattamento delle prime quattro puntate dell’omonima serie radiofonica londinese, ha iniziato a diventare un cult. E l’ho adorato in questa seconda lettura, che mi ha divertito ancora più della prima volta.

Non si smetterebbe mai di leggere le avventure di Arthur Dent e Ford Prefect, surreali e irriverenti viaggiatori delle galassie. Di immaginare di sfogliare le pagine della Guida galattica per gli autostoppisti come una Lonely Planet, per essere pronti a usi, costumi, pericoli e must di ogni pianeta dell’universo.

Risate a scena (pardon, pagina) aperta sempre.
Risate che diventano amare, ma così realistiche, quando il Pensiero Profondo, “il secondo più grande computer di tutti i tempi e di tutti gli spazi”, risponde, dopo un’elaborazione di sette milioni e mezzo di anni, alla “Domanda Fondamentale sulla Vita, sull’Universo e Tutto quanto”: 42.

Il perché ce lo ha spiegato anni dopo lo stesso Adams: «La risposta è molto semplice. Era uno scherzo. Doveva essere un numero, un numero ordinario e relativamente piccolo, e io scelsi quello. Rappresentazioni binarie, calcoli in base tredici e monaci tibetani sono tutte sciocchezze. Ero seduto alla mia scrivania e, fissando il giardino, pensai: “42 può andare”. Lo scrissi a macchina. Fine della storia».

Paola Bottero
Paola Bottero
JOURNALIST, STORYTELLER, VISION MAKER

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