Guardare le piramidi con occhi internazionali, ma tricolori

L’artista italiana Federica Di Carlo tra i 12 internazionali di Art D’Égypte – Forever is Now .04. La sua opera “I see I see” installata nel patrimonio UNESCO della Piana di Giza, ai piedi delle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino: un innovativo osservatorio ottico incontra l’antico sapere egizio

Inaugurata ieri la quarta edizione di Forever Is Now, la mostra d’arte di punta dell’Egitto, torna questo ottobre sotto l’egida del Ministero della Cultura, del Ministero del Turismo e delle Antichità, e del Ministero degli Affari Esteri, con il patrocinio dell’UNESCO. Forever Is Now.04 riunisce un gruppo selezionato di 12 artisti internazionali, ognuno dei quali apporta la propria voce unica a un dialogo collettivo che trascende il tempo e i confini culturali. Fondata dalla curatrice franco-egiziana Nadine Abdel Ghaffar, Art D’Égypte è diventata un punto di riferimento per la scena culturale egiziana e internazionale, impegnandosi a valorizzare e promuovere la ricca scena artistica del Paese e a colmare il divario tra artisti egiziani e il panorama artistico internazionale. Forever Is Now.04 si svolge sotto l’egida del Ministero della Cultura, del Ministero del Turismo e delle Antichità, e del Ministero degli Affari Esteri d’Egitto, con il patrocinio dell’UNESCO. L’opera “I See, I See” di Federica Di Carlo è stata realizzata con il supporto di Ministero degli Esteri, Istituto Italiano di Cultura del Cairo, Gestione Silo, Collezione Motta. Larga 7 metri per quasi 3 di altezza, “I See I See” è l’opera più vicina alle tre piramidi, nel bene UNESCO della Piana di Giza. Composta da una complessa rete di lenti ottiche, la struttura interagisce con la luce del deserto, trasformando l’esperienza visiva degli spettatori e invitandoli a riscoprire il paesaggio delle piramidi attraverso un nuovo sguardo.

Creata da Federica Di Carlo, artista italiana selezionata tra i 12 partecipanti internazionali“I See I See” sfida i confini della percezione tradizionale, creando un ponte tra l’antico sapere egizio e le esplorazioni contemporanee attraverso l’uso della fisica ottica.

Ispirata al mito egizio secondo cui l’umanità nasce dalle lacrime dell’occhio del Dio Sole, l’opera di Di Carlo si presenta come un dispositivo visivo capace di sfruttare le leggi della luce per offrire molteplici prospettive sul mondo. Unica donna italiana selezionata per questa edizione di Art D’Égypte, Federica Di Carlo presenterà la monumentale installazione che, ai piedi delle piramidi, unisce fenomenologia, mito e scienza, portando il pubblico in un dialogo profondo tra l’antico e il contemporaneo con un’opera site-specific visionaria, che attraversa il tempo e lo spazio, per guardare oltre il visibile, esplorare l’universo sopra e sotto di noi, riscoprire la meraviglia del mondo attraverso nuovi occhi.

I SEE I SEE

“I See, I See” (modo di dire anglosassone che significa “io vedo, io comprendo”) è un’opera che sfida i confini della percezione tradizionale, creando un ponte tra l’antico sapere egizio e le esplorazioni contemporanee attraverso l’uso della fisica ottica. Ispirandosi al mito egizio che racconta la nascita dell’umanità dalle lacrime dell’occhio del Dio Sole, con “I See, I See” Federica Di Carlo dà vita a un dispositivo di visioni altre, che si erge come un gigantesco osservatorio nella Piana di Giza, in grado di sfruttare le leggi della fisica e della luce per offrire nuovi punti di vista sul mondo.

Composta da una complessa rete di lenti ottiche, la struttura interagisce con la luce del deserto, trasformando l’esperienza visiva degli spettatori e invitandoli a riscoprire il paesaggio delle piramidi attraverso un nuovo sguardo. Incontro tra arte, fisica e mito, ma anche invito a guardare oltre, l’opera di Federica Di Carlo diventa così non solo un omaggio all’antica civiltà egizia, ma anche un’interrogazione sulla nostra relazione con il mondo naturale e cosmico. 

FEDERICA DI CARLO

Federica Di Carlo porta così l’arte italiana contemporanea nel cuore del patrimonio UNESCO d’Egitto, forte di un curriculum espositivo di rilievo che include partecipazioni in contesti prestigiosi sia in Italia che all’estero. Molti sono, infatti, i contesti artistici e di ricerca che hanno ospitato le sue opere, indagini artistiche tra fenomenologia, fisica, scienza e animo umano per esplorare e raccontare l’uomo e l’umanità “giocando” con dimensioni ancestrali e universali: il MAXXI Museo di Roma, dove ha presentato il trailer del suo progetto “I Will Watch You Burn” nel 2023; la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma – dove nel 2022 ha esposto “I Wanted the Sun”; la Triennale di Milano durante l’evento “Il tempo delle donne” nel 2018, dove ha presentato l’opera “Flow”; We Lost The Sea, collateral di Manifesta 12 a Palermo, nel 2018, la Tour de la Babote a Montpellier, Francia, nel 2017, con l’opera “The Sea is Blue Because You Want to Know Why the Sea is Blue”; il Serlachius Museum di Mänttä, Finlandia, nel 2019, con l’esposizione “The Quest of Happiness”; il Museum De Domijnen, Sittard, Paesi Bassi, nel 2017, per la mostra “Encovention Europe: Art to Transform Ecologies, 1957-2017”.

Grazie alle collaborazioni decennali con scienziati e fisici di fama internazionale, come quelli del MIT, ESO, INAF e CERN, con la sua arte Federica Di Carlo miscela sapientemente la ricerca scientifica con la dimensione poetica e simbolica dell’arte, indagando il rapporto dell’uomo con la natura, i confini, l’ambiente, il potere, l’ignoto, misurandone le reciproche connessioni e disconnessioni in forma poetica. L’artista si pone con uno sguardo verticale in costante rimando tra la dimensione umana più intima e la sua rilevanza cosmica. Le sue opere si presentano spesso come sistemi complessi caratterizzati da un’ampia gamma di elementi della natura, cose inanimate, fenomeni fisici e tecnologie. I suoi cicli di lavoro su un tema possono durare anche diversi anni; sono concepiti come mondi interconnessi, dove ogni opera è una continuazione, implementazione, implosione di quelle precedenti. Si tratta di simbologie permeabili, a volte contingenti e spesso con una parte dell’opera affidata al controllo della natura e non dell’artista, gli spettatori assistono attraverso i loro sensi per completare il processo dell’opera.

Con la sua arte, Federica Di Carlo indaga il rapporto tra l’uomo e la natura, i confini, l’ambiente, il potere e l’ignoto, esplorandone le connessioni e disconnessioni in chiave poetica. Le sue opere, spesso sistemi complessi che combinano elementi naturali, fenomeni fisici e tecnologie, si sviluppano in cicli di lavoro che possono durare diversi anni. Ogni opera rappresenta una continuazione, implementazione o implosione delle precedenti, creando mondi interconnessi. Parte delle sue creazioni è affidata al controllo delle leggi naturali, lasciando agli spettatori il compito di completare l’opera attraverso i propri sensi.

Dal 24 ottobre al 16 novembre 2024, Al Haram, Governatorato di Giza 3512201, Egitto

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