A Palermo il convegno di FMG sulle mafie nell’era digitale

Ai Giardini del Massimo la giornatadi approfondimento. I commenti di Foti, Romano, Rauti, Balsamo, Nicaso, Razzante

“Siamo partiti da un convegno con le forze dell’ordine, tra cui il Ros, lo Scico e La Dia che si è tenuto un anno fa alla Luiss di Roma. E abbiamo capito che bisognava approfondire questo tema”. Il Presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti, spiega così all’Adnkronos il senso del convegno ‘Le mafie nell’era digitale’, che prevede due panel con studiosi, magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine. Continua Foti: “In undici mesi abbiamo fatto un report in collaborazione con delle università americane e italiane. Quattro ricercatrici, utilizzando meccanismi di algoritmi e altro, sono entrate nel cuore delle relazioni tra clan, dalle quali è venuto fuori un mondo virtuale parallelo a quello reale. E hanno come pubblico l’infinito. È emerso uno spaccato davvero incredibile. Abbiamo scoperto un mondo nuovo nel quale la loro linea di valori, che per noi è un disvalore, è un valore. E il legislatore ancora arranca. Noi oggi presentiamo un abstract dello studio che presenteremo ad aprile all’Onu: sentirete delle cose straordinarie sull’utilizzo, ad esempio, del phishing, dei bitcoin, le criptovalute con le quali si negozia in altri paesi”.

Sottolinea il Vice Presidente di FMG Saverio Romano: “Sono contento che la Fondazione Magna Grecia abbia accolto la mia sollecitazione ad organizzare questa iniziativa, perché l’attività di ricerca della Fondazione, insieme agli illustri ospiti che ne discuteranno, saranno una buona base per consentire al legislatore di operare con puntualità in un segmento nuovo ed inesplorato”.

L’intelligenza artificiale gioca un ruolo importante, come è stato sottolineato nella prima sessione, dal titolo “Organized crime in the internet age”, con gli interventi di Pasquale Angelosanto, Generale di Corpo d’Armata, già Comandante dei ROS, Antonio Nicaso, giornalista, scrittore e studioso dei fenomeni criminali di tipo mafioso, Docente Queen’s University Canada, Walter Rauti, Research Fellow PNRR Lab SDA Bocconi, e Curatore del “Primo rapporto Cyberec” della Fondazione Magna Grecia, Marcello Ravveduto, Docente di Digital Public History Università di Salerno e Curatore del rapporto “Le mafie nell’era digitale” e Ranieri Razzante, Componente Comitato per la strategia sull’IA della Presidenza del Consiglio. Questo primo panel sarà moderato dal giornalista Fabrizio Frullani, Vicedirettore del Tg2.

WALTER RAUTI: GLI HACKER ENTRANO NEL SISTEMA INDAGINI INTERFORZE O CREANO FAKE NEWS

“La sfida del futuro sarà quella di capire che gli hacker entrano nel sistema di indagini interforze, entrano nelle cartelle cliniche della telemedicina, e tendenzialmente possono fare danni enormi. Oggi la criminalità non ha più bisogno di uccidere, preferisce fare perdere di credibilità a una persona, creando ad esempio fake news ben veicolate. D’altronde l’opinione pubblica non cerca la verità ma si limita ai si dice”. Lo ha detto Walter Rauti, research fellow Pnrr Lab Sda Bocconi intervenendo al convegno su ‘Le mafie nell’era digitale organizzata a Palermo dalla Fondazione Magna Grecia.

SAVERIO ROMANO: PRESENZA INVASIVA DELLA CRIMINALITÀ SUI SOCIAL, LE ASSOCIAZIONI NON SONO PIÙ SEGRETE

“Questa iniziativa nasce un anno fa e si è sviluppata perché non pensavamo che potesse avere gli esiti che abbiamo presentato il 9 maggio a Roma alla presenza del Procuratore Gratteri per un lavoro fatto dall’Università di Salerno, in collaborazione con la Fondazione Magna Grecia, e guidato dal professor Marcello Ravveduto. Abbiamo potuto apprezzare come la presenza invasiva della criminalità organizzata, le diverse mafie, fossero non solo presenti nei social ma addirittura sfacciatamente presenti. E questo è un paradigma che cambia”. Così il deputato Saverio Romano, vicepresidente della Fondazione Magna Grecia a margine del convegno ‘Le mafie nell’era digitale’ a Palermo. “Le associazioni criminali – prosegue il parlamentare – un tempo tendevano a essere segrete, oggi non solo non lo sono ma vogliono dimostrare di essere tali proprio per esercitare il loro potere”. “Ora c’è uno stato di avanzamento i cui lavori si concluderanno a febbraio – dice – speriamo di poterlo presentare il 4 aprile all’Onu perché il tema è globale”.

ANTONIO BALSAMO: MODERNIZZARE REGOLAMENTAZIONE RACCOLTA PROVA ELETTRONICA

“Abbiamo bisogno di modernizzare tutta la nostra regolamentazione della raccolta della prova elettronica. La migliore eredità di Giovanni Falcone è di portare nel futuro il suo impegno. Falcone insisteva moltissimo sulle indagini finanziarie, in un periodo come questo in cui buona parte dei canali di riciclaggio passano su internet, diventa fondamentale l’adozione di nuove tecniche di indagine”. Lo ha detto il giudice di Cassazione Antonio Balsamo, a margine del convegno ‘Le mafie nell’era digitale’ organizzato a Palermo dalla Fondazione Magna Grecia. “Da questo punto di vista è importantissimo il lavoro fatto dalla Commissione giustizia del Senato- dice Balsamo – nella sua indagine conoscitiva sulle intercettazioni. Dove sono emerse tutte le esigenze di modernizzazione dei nostri strumenti, a partire dalla raccolta della prova su piattaforme criptate. E’ un tema che ha un forte impatto applicativo in questo momento alla Corte di Cassazione e che ha bisogno di una riforma della disciplina italiana nella linea di tendenza che si riscontra anche a livello europeo”.

ANTONIO NICASO: OGGI INVESTE GRAZIE A PIATTAFORME CLANDESTINE, NOI LENTI NEL COGLIERE CAMBIAMENTI

“Le mafie sono sempre più in bilico tra la virtualità digitale e la realtà analogica. sono sempre più ibride in grado di operare on line e off line e sono un passo più avanti. Non sono più incompetenti come le avevamo immaginate, oggi investono e riescono anche a estrarre criptovalute, riescono a investire grazie a piattaforme clandestine di trading e non hanno un rapporto episodico con gli hacker ma un rapporto quasi permanente. Si notano sempre di più hacker che lavorano a stretto contatto con clan mafiosi”. Lo ha detto Antonio Nicaso, giornalista, scrittore e studioso dei fenomeni criminali di tipo mafioso e docente della Queen University del Canada, a margine del convegno ‘Le mafie nell’era digitale’ organizzato dalla Fondazione Magna Grecia a Palermo.
“E’ vero che siamo un po’ indietro anche dal punto di vista normativo – dice Nicaso- l’aspetto discriminante è la velocità. Noi siamo molto lenti nel cogliere i cambiamenti, il problema è sempre quello della sicurezza e della riservatezza. Sta prevalendo l’idea della riservatezza. Per assurdo, se si riuscisse ad hackerare un sistema di comunicazione, tutto quel materiale non avrebbe valore probatorio perché considerata corrispondenza. Mentre invece altri paesi hanno dato a quello stesso materiale una importanza diversa, che è quella della documentazione e quindi è possibile usare quelle informazioni. Noi, invece, siamo indietro. Abbiamo investito poco. Noi siamo nella condizione di difendere e non tanto bene ma non nell’attacco”.

RANIERI RAZZANTE: INTELLIGENZA ARTIFICIALE POTREBBE CREARE ANCHE DANNI, DARE UN PERIMETRO

“I reati informatici non bastano più. Essendo le mafie organizzate ormai da 20 anni a navigare in internet e compiere i loro reati su internet noi abbiamo il problema dell’attribuzione di questi reati al singolo, perché non lo trovi perché spesso è delocalizzato all’estero, per cui abbiamo il problema della punibilità delle piattaforme, degli attori, che sono dietro le piattaforme e dei gestori. Ed è quello di cui ci siamo occupando nel Comitato che disegnerà la strategia italiana, per espressa previsione del premier Meloni, cioè di creare una intelligenza artificiale a servizio anche del contrasto alle mafie”. Lo ha detto all’Adnkronos Ranieri Razzante, componente del Comitato per la strategia sull’IA della Presidenza del Consiglio, a margine del convegno su ‘Le mafie nell’era digitale’ organizzato a Palermo dalla Fondazione Magna Grecia.
“L’intelligenza artificiale potrebbe essere utile come parimenti dannosa – prosegue Razzante – Noi la vogliamo sfruttare in chiave di utilità, evidentemente. I danni che può produrre sono enormi e lo dico da studioso della materia. Quindi, se non si da un perimetro all’Intelligenza artificiale e gliela deve dare l’intelligenza umana, che è superiore all’IA, tende a sfuggire. E quando si sfugge alle regole, le mafie sono pronte”. il comitato dovrà presentare i lavori il 31 gennaio del 2024 “e noi stiamo lavorando alacremente e devo dire che i colleghi sono tutti super tecnici, non si poteva scegliere meglio”.

LA SECONDA SESSIONE

La seconda sessione si è occupata degli aspetti relativi ai rischi che la presenza delle mafie nell’era digitale comporta considerato l’attuale vuoto legislativo sulla materia: Il mondo del web, ”legibus solutus”? Dopo l’introduzione del deputato Saverio Romano, Vicepresidente FMG, gli interventi di Antonio Baldassarre, Presidente emerito Corte Costituzionale, Antonio Balsamo, Sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione e già Presidente del Tribunale di Palermo, Raffaele Bonsignore, Presidente Fondazione Sicilia, Arthur Gajarsa, Giudice Corte D’Appello Federale Usa, Francesco Greco, Presidente Consiglio Nazionale Forense, Giuseppe Rossodivita, Avvocato penalista, Marzia Sabella, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Palermo e Francesco Paolo Sisto, Senatore e Viceministro della Giustizia. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Elvira Terranova, caposervizio Sicilia dell’agenzia AdnKronos.

SAVERIO ROMANO: NEL WEB NON CI SONO REGOLE

Saverio Romano ha iniziato il proprio intervento partendo dall’analisi della situazione attuale: “Nel web, sostanzialmente, non ci sono regole. Uno spazio della globalizzazione che richiede regole transnazionali. Magna Grecia ha voluto fornire spunti di riflessione e di analisi nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata”.
“Le mafie” ha continuato il vicepresidente di FMG “abbandonano, nel web, il mito della segretezza e inviano segnali, elaborano disvalori e comunicano stili di vita e modelli che vanno contrastati per la loro pervasività e nocività. Se, da un punto di vista sociologico assistiamo a questa trasformazione, da quello economico-finanziario registriamo il proliferare dei volumi di affari delle mafie che utilizzano il web come piattaforma e come strumento per operazioni di riciclaggio e per investimenti o per trasferire capitali illeciti. Questo il quadro generale che ci fa capire come siano quanto mai necessarie regole nuove e adeguate, in grado di combattere il fenomeno”.

editoriali

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