“Non è un Sud per famiglie”. Tanti figli e pochi servizi, la classifica de Il Sole 24 Ore svela i soliti paradossi del Mezzogiorno

Il meridione è l’area del paese più giovane e prolifica in base al numero di alcuni indicatori demografici, come il tasso di fecondità o l’indice di dipendenza degli anziani. Lo rivela il ranking de Il Sole 24 Ore sulla Qualità della vita. La classifica si basa su tre indici calcolati da 12 parametri statistici, rielaborati a partire dai dati forniti da Istat, Miur, Centro Studi Tagliacarne e Iqvia. Dati importanti che farebbero guardare con fiducia a contesti di crescita e sviluppo. Peccato però che esista un paradossale rovescio della medaglia. L’area del paese più giovane e prolifica è quella che non riesce a dare risposte alle esigenze delle famiglie con bambini. Per i più piccoli Napoli è la maglia nera fra le città, Foggia fra le province, in compagnia di Reggio Calabria, Palermo, Matera e Caltanissetta. Una valutazione che quindi è omogenea e costante per tutta l’area del Mezzogiorno, penalizzata dai parametri sulle scuole accessibili, dallo stato degli edifici scolastici e dalla disponibilità di asili nido. Gli indici considerati per la classifica dei più piccoli sono infatti il tasso di fecondità, la presenza di giardini scolastici e di verde attrezzato, l’indice sport e bambini, il numero di asili nido sul territorio, scuole accessibili, scuole con palestre e mensa, numero alunni per classe, spazio abitativo e i professionisti pediatri attivi.

In testa a questa particolare classifica troviamo invece Aosta, la migliore città della penisola dove far nascere e crescere i bambini. Seguono tre capoluoghi toscani (Arezzo, Siena e Firenze) e Udine. Nelle prime dieci città a misura di bambino, in rappresentanza del Sud solo Oristano, che compare all’ottavo posto, tra una serie di province del Nord e del Centro Italia.

Per il benessere dei ragazzi 18-35 si al primo posto troviamo Piacenza. Quoziente di nuzialità, età media del parto, saldo migratorio totale, aree sportive, numero di amministratori comunali under 40, canone di locazione, gap affitto tra centro e periferia, imprenditorialità giovanile, presenza di bar e discoteche, tasso di laureati e disoccupazione giovanile sono gli indicatori usati per elaborare questa classifica. Regina incontrastata per il benessere dei giovani l’Emilia Romagna: nella top ten oltre a Piacenza, anche Ferrara (2°) Ravenna (3°), Forlì- Cesena (8°) e Modena (10°). Agli ultimi posti Genova, Taranto, Roma, Bat e Sud Sardegna.

Le realtà metropolitane hanno performance mediocri: la prima in classifica è Bologna, al 32° posto. Milano è al 60° per i bambini e al 95° per i giovani, Roma all’83° e al 105°. Nella seconda metà della classifica dei giovani troviamo molte città universitarie, come Padova (56ª), Perugia (65ª), Pavia (71ª), Pisa (86ª), Venezia (102ª). 

Sorprende tuttavia la graduatoria dell’imprenditorialità giovanile, che rileva un grande dinamismo del Mezzogiorno: ai primi posti le calabresi Vibo Valentia e Crotone, seguite da Caserta, Enna, Napoli, Nuoro, Catanzaro, Reggio Calabria, Agrigento, Palermo, Salerno e Lecce. 

La pensione bisognerebbe trascorrerla a Cagliari, ma da soli!. La città infatti perde punti per i servizi ai bambini (21° posto) e non è d’interesse per i giovani (80° posto°). Il capoluogo sardo è al primo posto per numero di medici specialisti, al secondo per infermieri e tra i primi dieci per gli indicatori trasporto di anziani e disabili e scarso consumo di medicine per malattie croniche. Nella classifica degli over 65, dove tra gli altri indicatori troviamo la speranza di vita a 65 anni, orti urbani, geriatri, utilizzo farmaci antidepressivi, biblioteche, assistenza domiciliare, esposti ad inquinamento acustico e indice di dipendenza seguono Bolzano, Trento, Roma e Nuoro.

Trento è l’unica città nella top ten per tutte e tre le fasce d’età, Parma sempre nella top 15. Se esiste quindi un posto perfetto, anche in questo caso non è al Sud.

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