Almalaurea 2022: aumenta il divario tra Nord e Sud

Il Sud Italia perde un quarto di diplomati sul proprio territorio che, dopo il conseguimento del titolo, migrano al Nord o al Centro per motivi di studio. È quanto emerge dalla XXIV edizione del Rapporto AlmaLaurea sul Profilo e la Condizione Occupazionale dei laureati presentato il 16 giugno all’università di Bologna.

Il Rapporto riguarda 77 atenei degli 80 aderenti ad AlmaLaurea, e si basa su una rilevazione di 300mila studenti. Nonostante l’88,8% degli studenti si dichiari soddisfatto del rapporto con i docenti e il 72% sceglierebbe di nuovo gli stessi studi e lo stesso ateneo, dal Rapporto emergono luci ed ombre.

Tasso di occupazione supera livelli pre-Covid ma permangono differenze territoriali

Di buono c’è che, dopo la brusca battuta d’arresto del 2020, già dallo scorso anno il tasso d’occupazione dei laureati italiani è aumentato rispetto ai livelli pre-Covid. Su 660mila laureati intervistati a un anno, a tre e a cinque anni dalla laurea, l’anno scorso il tasso di occupazione era di circa 75% a un anno, più dell’85% a tre anni e sfiorava il 90% a cinque anni.

Nonostante questi i dati positivi, persistono considerevoli disparità fra uomini e donne, tra Nord e Sud, e fra chi trova lavoro quasi subito e chi, finiti gli studi, fatica a trovare una collocazione.

Troviamo ancora nette differenze regionali relativamente al tasso di occupazione: un laureato al Nord ha il 43,7% in più di probabilità di essere impiegato a un anno dalla laurea. Infatti, a un anno dalla discussione della tesi, un laureato su due all’università Kore di Enna o di Catanzaro è ancora alla ricerca di un’occupazione, mentre chi si laurea a Bolzano o a Brescia è probabile che abbia già trovato lavoro.

Al Sud -5% delle immatricolazioni

A preoccupare è anche il calo delle immatricolazioni che per la prima volta da sette anni registrano una diminuzione del 3% su base nazionale. Al Sud la percentuale scende al 5%. Il dato non stupisce più di tanto, siccome è da diversi anni che le università meridionali assistono alla “fuga” dei giovani che finita la scuola preferiscono iscriversi in un ateneo del Centro-Nord.

Non a caso, il rapporto evidenzia come le migrazioni per ragioni di studio siano quasi sempre dal Mezzogiorno al Centro-Nord. Mentre la maggior parte dei laureati che hanno conseguito il titolo di scuola secondaria di secondo grado al Nord e al Centro sceglie di frequentare l’università nella stessa area geografica – rispettivamente il 96,7% e l’86,8% – per i giovani del Mezzogiorno la mobilità per ragioni di studio assume proporzioni considerevoli: il fenomeno migratorio coinvolge il 28% dei ragazzi che decide di conseguire la laurea in atenei del Centro e del Nord.

Il Mezzogiorno perde un quarto dei diplomati

Secondo il rapporto, su cento laureati che hanno conseguito il diploma nelle tre ripartizioni geografiche, il saldo migratorio – ovvero il confronto tra ripartizione geografica di conseguimento del diploma e della laurea – corrisponde a +23,1% al Nord, a 19,7% al Centro e a -25,7% al Sud. In sintesi, il Mezzogiorno perde oltre un quarto dei diplomati del proprio territorio.

Inoltre, se si analizza il contesto familiare di provenienza, ciò che emerge dal Rapporto è un aumento al Nord della quota di laureati con famiglie di classe sociale elevata – con almeno un genitore laureato – e uno speculare calo nella ripartizione meridionale. Quindi, nel passaggio tra il diploma e la laurea il Sud perde capitale umano con un retroterra culturale ed economico più sfavorevole rispetto al Nord.

Possibilità occupazione: più fiduciosi i laureati al Nord

Il Rapporto AlmaLaurea 2022 analizza anche il tema della fiducia rispetto al miglioramento delle possibilità occupazionali e professionali dei laureati. Il campione, proporzionale per genere, ateneo e gruppo disciplinare, si basa su 1000 interviste a laureati di primo e secondo livello del 2021 a un anno dal conseguimento del titolo.

Nello specifico, è stato chiesto di esprimere una valutazione sulla fiducia che essi hanno nel ruolo giocato da istituzioni, università, imprese, famiglia, rete di relazioni sociali, transizione digitale, transizione ecologica e tecnologia. Da un punto di vista prettamente geografico, i laureati degli atenei del Nord si sono rivelati generalmente più fiduciosi in quasi tutti gli aspetti rispetto a quelli che studiano nel mezzogiorno.

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