Digitalizzazione e sostenibilità: nasce l’indice DiSi

In testa alla classifica italiana per sostenibilità digitale si colloca il Trentino Alto Adige, seguito dal Molise. È quanto rileva il Digital Sustainability Index (DiSi), il primo indice italiano di misurazione della sostenibilità digitale, realizzato dalla Fondazione per la sostenibilità digitale. È la prima volta che viene progettato e applicato nel nostro paese uno strumento per testare il livello di consapevolezza dell’utente nell’uso delle tecnologie digitali quali strumenti di sostenibilità. Il presidente della Fondazione Stefano Epifani ha affermato che l’Italia che esce dal DiSi è “molto diversa rispetto a quella raccontata dalle analisi tradizionali“.

A sorprendere è il secondo posto ottenuto dal Molise nella classifica: storicamente una regione con un bassissimo livello di digitalizzazione, ma è alta la percentuale dei cittadini che, nonostante i ritardi infrastrutturali, dà una grande rilevanza alla sostenibilità e al digitale come strumento a supporto della sostenibilità. Nella classifica seguono Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna. In coda Marche, Piemonte e Toscana, penalizzate non tanto “per il coefficiente di digitalizzazione” – spiega Epifani – ma a causa del “rapporto molto sfavorevole tra utenti digitali ed utenti digitali che hanno consapevolezza del possibile ruolo della tecnologia come strumento della digitalizzazione, oltre a comportamenti conseguenti”.

cos’è il DiSi

È nato il Digital Sustainability Index (DiSi), il primo indice italiano per misurare la sostenibilità digitale. Realizzato dalla Fondazione per la sostenibilità digitale, il nuovo indice è stato presentato durante il suo convegno annuale della Fondazione. Il Disi vuole quantificare il grado di consapevolezza dell’utente nell’uso delle tecnologie digitali quali strumenti di sostenibilità. In altri termini, vuole misurare il legame tra il livello di digitalizzazione, inteso come rapporto tra la competenza percepita e quella oggettiva, il livello di sostenibilità, ossia la consapevolezza sul tema nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale ed i conseguenti atteggiamenti e comportamenti e il livello di sostenibilità digitale, cioè la propensione dell’individuo ad utilizzare consapevolmente le tecnologie digitali come strumenti a supporto della sostenibilità.

Grazie al Disi, le amministrazioni potranno comprendere dove agire per fornire supporto ai cittadini nel processo di comprensione della sostenibilità digitale e dei suoi vantaggi: dall’economia circolare, alla diffusione di strumenti per il risparmio energetico, dalle piattaforme di condivisione e riuso alle applicazioni per la gestione della raccolta differenziata, dal fair commerce ai comportamenti sostenibili.

Italia e digitalizzazione: il Sud tra le ultime regioni in Europa

Ma a che punto sta l’Italia nella sfida delle digitalizzazione? In base all’ottavo report Ue sulla coesione, l’Italia del Sud è in ritardo terribile per l’utilizzo dei servizi digitali e per le competenze digitali di base dei cittadini. Se nei Paesi Bassi e in Estonia almeno l’80% delle persone ha usato internet per interagire con le autorità pubbliche (e-government). Nella vicina Francia il dato superava il 70%, fatta eccezione per la Corsica e per le regioni ultraperiferiche. Nell’Italia del Sud e in Romania – tranne nella regione della capitale – la cifra era inferiore al 20%. Un terzo delle persone nell’Italia meridionale, nella Croazia occidentale e nella maggior parte delle regioni della Romania e della Bulgaria ha ammesso di non aver mai usato un computer nella loro vita.

Italia sale di cinque posti nella classifica UE DESI

Nonostante la pessima performance del nostro Mezzogiorno, la classifica DESI 2021 – Il Digital Economy and Society Index che dal 2014 riassume gli indicatori sulle prestazioni digitali dell’Europa – vede l’Italia al 20esimo posto fra i 27 Stati membri, in risalita dal 25esimo posto dell’edizione precedente. Dietro all’Italia ci sono Cipro, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Grecia, Bulgaria e Romania a chiudere. Finalmente non lottiamo per l’ultimo posto. Il Pnrr destina alla digitalizzazione 23,4 miliardi die complessivi 40 della Mission 1 -Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo.

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