La crisi ucraina e il sistema dell’accoglienza in Italia

“Noi non ci volteremo dall’altra parte”, perchél’Italia è al fianco dell’Ucraina con tutte le sue forze”. Così il Presidente del Consiglio Mario Draghi afferma l’impegno del governo italiano in merito all’accoglienza dei profughi ucraini che fuggono dalla loro terra, aderendo alla campagna dell’Unione Europea “Stand Up for Ukraine”. Ad oggi sono 89.920 le persone in fuga dal conflitto giunte in Italia, 86.048 delle quali alla frontiera e 3.872 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di 46.491 donne, 9.984 uomini e 33. 445 minori. Il numero è in continuo aumento, considerando che al 23 marzo gli arrivi erano pari a 63mila. Sono confermate come principali città di destinazione Roma, Milano, Napoli e Bologna.

4,2 milioni i profughi dall’inizio dell’invasione russa

Dal 24 febbraio, primo giorno dell’invasione russa, sono stati 116mila gli sfollati al giorno, per un totale di 4,2 milioni al 4 aprile 2022 secondo l’Unhcr. Si tratta per la maggior parte di donne e bambini, poiché agli uomini tra i 16 e i 60 anni è vietato di uscire dal paese per una legge d’emergenza del governo ucraino, tranne che per alcune eccezioni.

i decreti per l’emergenza

All’indomani dello scoppio della guerra, il Consiglio dei ministri ha adottato il d.l “Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina” e ha deliberato lo stato di emergenza per intervento all’estero. Tre giorni dopo è stato proclamato lo stato di emergenza interno per assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sulla penisola, attribuendo poteri straordinari al capo della protezione civile. Di fronte all’emergenza, il governo ha quindi deciso di attivare la protezione civile, piuttosto che affidarsi al sistema previsto dalle norme vigenti.

l’accoglienza dei profughi ucraini

Nei giorni successivi il capo della pc Fabrizio Curcio ha emanato una serie di ordinanze e di decreti, con cui è stata definita una nuova struttura emergenziale per la gestione dei rifugiati sovrapposta a quella prevista dalla normativa vigente. In Italia l’accoglienza è strutturata su due binari paralleli, il circuito ordinario SAI – Sistema di accoglienza e integrazione – e quello straordinario composto dai Cas – centri di accoglienza straordinaria – che dovrebbe attivarsi nel caso di insufficienza die posti nella rete ordinaria, che, nei fatti, è risultata minoritaria. L’accoglienza per ora avviene prevalentemente presso familiari già in Italia o presso privati italiani, ma il governo ha previsto di attivare 5mila nuovi posti nei centri Cas e 3mila nella rete SAI.

Il nostro Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha affermato che a fine marzo, delle oltre 75 mila persone giunte sulla penisola, solo 5.600 sono state inserite nel sistema di accoglienza italiano. Di queste, 5.301 nei Centri di accoglienza straordinaria e 299 nella rete ordinaria SAI. Il motivo principale del mancato inserimento nel sistema dell’accoglienza è dovuto alla forte presenza di reti familiari e sociali degli emigrati ucraini in Italia, la quinta comunità straniera più popolosa in Italia nel 2021, dopo rumeni, marocchini, albanesi e cinesi.

Il permesso di soggiorno per chi fugge dalla guerra

Con la firma del nuovo dpcm e dell’ordinanza della protezione civile, prende corpo il piano del governo per garantire sostegno ai profughi ucraini. Il Decreto per la protezione temporanea e l’assistenza per i profughi provenienti dall’Ucraina recepisce la decisione UE del 4 marzo mentre l’ordinanza ne definisce i dettagli. In particolare è concesso agli sfollati dall’Ucraina (o cittadini di paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale e i loro familiari) un permesso di soggiorno dalla durata di un anno e prorogabile di altri sei mesi più sei, per un massimo di ulteriori 12 mesi. Il permesso consente l’accesso all’assistenza sanitaria, al mercato del lavoro e allo studio. Con l’ordinanza della protezione civile, è stata definita una nuova catena di comando per la gestione dell’accoglienza. Le strutture istituite sono state essenzialmente tre: il comitato di coordinamento, la struttura di coordinamento nazionale e la direzione di comando e controllo.

610 milioni di euro stanziati dal Governo italiano

In tutto il Governo italiano ha stanziato 610 milioni di euro che serviranno per fornire cibo e medicine, per le spese quotidiane e per il materiale scolastico per i profughi ucraini. 500 milioni sono i fondi per sostenere gli ucraini sul territorio italiano, mentre 110 milioni sono destinati al governo di Volodymyr Zelensky.

Ogni profugo in fuga dalla guerra avrà diritto in Italia ad un contributo di 300 euro per un massimo di tre mesi, mentre per ogni minore lo stanziamento è di 150 euro. Alle associazioni del Terzo settore, invece, andranno 33 euro per ogni profugo che verrà assistito e inserito nel sistema dell’accoglienza diffusa.

l’impegno delle regioni del Sud

Le regioni del Sud sono impegnate in prima linea nell’accoglienza dei profughi ucraini.
In Calabria al 6 aprile 2022 era Cosenza la provincia con il maggior numero di arrivi (1.472), seguita da Reggio Calabria con 644 presenze, Catanzaro (445), Vibo Valentia e Crotone con rispettivamente 381 e 349 arrivi. La Regione ha stanziato oltre i 5,2 milioni di euro per le abitazioni e le spese di prima necessità e ha attivato una convenzione con Federalberghi Calabria per l’individuazione di strutture dedicate che eventualmente saranno attivate secondo le necessità di ospitalità. Il il Dipartimento regionale Istruzione ha già messo a disposizione risorse per il reperimento di mediatori culturali e psicologi da mettere a disposizione degli Istituti scolastici per l’integrazione dei rifugiati.

Anche la Regione Campania ha ribadito il suo impegno. Qualche giorno fa gli avvocati iscritti a Napoli forniranno assistenza ai profughi ucraini che chiedono orientamento e spiegazioni per ottenere il permesso di soggiorno. L’iniziativa è frutto di un protocollo siglato tra l’Ordine degli Avvocati di Napoli, la Diocesi e la comunità di Sant’Egidio. La Regione Campania, Confcommercio, Confindustria e Confesercenti hanno sottoscritto una convenzione con cui le associazioni di categoria si impegnano ad accelerare le procedure per fornire alloggio e assistenza ai profughi ad una tariffa congrua e calmierata nei B&B a carico della regione.

L’assessorato al Welfare della Regione Puglia ha pubblicato a fine marzo un bando rivolto agli Enti del Terzo Settore per l’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina. La Regione ha inoltre approvato lo schema di protocollo d’intesa con le imprese ferroviarie e automobilistiche incaricate dei servizi di trasporto pubblico locale per la concessione di gratuità in favore dei profughi che entrano nel territorio pugliese.

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