Per l’Italia rischi su energia e materie prime a causa della guerra russo-ucraina

Il Presidente Vladimir Putin ha ordinato l’attacco. Le esplosioni proseguono dalle quattro di questa mattina. L’obiettivo del Presidente russo è demilitarizzare e non occupare l’Ucraina, oltre che “denazificare il paese”.

Stati Uniti ed Unione Europea si dichiarano pronti ad importanti sanzioni contro il Cremlino, ma sono gli europei ad aver molto più da perdere rispetto agli americani a causa delle sanzioni. Energia, commercio e materie prime sono i settori più problematici, per l’Europa intera – dato che dipendiamo dalla Russia da un punto di vista energetico – e in particolare per il nostro paese, dato che la Russia è uno dei maggiori partner commerciali italiani. Aldilà di considerazioni geopolitiche e militari, ci sono importanti ripercussioni pratiche ed economiche che stanno già agendo su cittadini italiani ed europei.

gas naturale, alluminio, grano: gli effetti sulle tasche degli italiani

La forte dipendenza italiana dal gas russo è uno dei maggiori fattori alla base del caro bollette degli ultimi mesi. La Russia, il primo esportatore di gas naturale in Europa, da giugno ha ridotto le forniture del 25% per spingere l’UE di approvare il nuovo gasdotto Nord stream 2. L’effetto è stato l’immediato aumento dei prezzi del gas e di energia elettrica, prodotta in molti paesi europei proprio dal gas. L’Italia importa dalla Russia il 42% del gas naturale, utilizzato per produrre circa il 60% dell’elettricità. Da questa mattina, i prezzi sul mercato sono schizzati alle stelle: quello del gas è salito del 30,5% in poche ore, toccando picchi del 41% ad Amsterdam. Il petrolio ha superato i 103 dollari a barile (+7%), l’alluminio ha raggiunto livelli record tornando ai livelli pre crisi finanziaria. In un giorno solo il grano è aumentato di quasi il 6%, il mais del 5,5,%. La guerra in Ucraina sta avendo forti effetti sul paniere della spesa delle nostre famiglie.

l’allarme Assoutenti: effetti su consumatori e industria

“Il conflitto tra Russia e Ucraina rischia di avere forti ripercussioni per la tasche degli italiani, determinando nel breve periodo una nuova ondata dei prezzi al dettaglio” per Assoutenti, che calcola le ripercussioni dell’invasione su bollette e listino prezzi italiani. Grano, bollette, benzina, oro e alluminio russa sui listini praticati nel nostro paese. Per Furio Truzzi, presidente di Assoutenti “la crisi russo-ucraina rischia di avere effetti pesantissimi sia per i consumatori che per l’industria italiana”. I prezzi al dettaglio di una serie di beni rischiano un aumento vertiginoso in poco tempo. Secondo Truzzi “La pasta, che già a gennaio ha subito un rincaro del +12,5%, potrebbe arrivare a costare il 30% in più rispetto allo scorso anno; il pane, rincarato del +3,7% lo scorso mese, potrebbe subire aumenti del +10%”. “I carburanti – aggiunge -, già oggi alle stelle, potrebbero aumentare alla pompa di ulteriori 5 centesimi di euro, con un effetto domino sui prezzi dei beni trasportati”.

Lo scenario di guerra fa prefigurare un aumento dell’inflazione nel breve periodo. Le principali piazze azionarie europee sono calate vertiginosamente prima delle 11 di questa mattina: Piazza affari ha perso quasi il 4%.

raggiungere indipendenza energetica dalla Russia

Prezzi alle stelle, dall’energia alle materia prime, lo stop degli autotrasportatori da Nord a Sud. Sono tanti i fattori che creano disagio alle imprese del settore che potrebbe decidere di ridurre le produzioni. Il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato la necessità di raggiungere l’indipendenza energetica e di creare nuovi sbocchi per il rifornimento: “Il dramma di oggi ci deve far muovere sulla autosufficienza energetica, avere più gas, più rapporti con i paesi arabi, dobbiamo essere indipendenti dal punto di vista energetico”.

L’allarme proviene anche da Uiltec, il sindacato di categoria dei lavoratori nel settore energia, chimica e manifatturiero. Per il segretario generale Paolo Pirani “Dobbiamo avere una strategia per rendere l’Italia, ma anche l’Europa, indipendente dal punto di vista dell’energia. L’economia va avanti se si produce energia. Senza energia o con un’energia sottoposta al tallone di Mosca non si va da nessuna parte“. Secondo Pirani, è necessario investire sul settore green: “Occorrono scelte decise verso l’economia verde ma non chiudendo col passato, ma facendo politiche industriali di investimento. Vanno create delle filiere produttive che coinvolgano anche le piccole e medie imprese, ad esempio sull’idrogeno“.

Sui rischi di una crisi energetica causata dal conflitto Edo Ronchi, il Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile: “Bisogna accelerare, anche con politiche di sicurezza nazionale, sulla produzione di elettricità da fonti rinnovabili. La soluzione “serve entro un anno. Se non ci muoviamo adesso il prossimo inverno potremmo avere delle difficoltà. Abbiamo quindi bisogno di differenziare gli approvvigionamenti, interventi sui settori energivori per ridurre i consumi di energia anche negli edifici e correre sulle rinnovabili. Abbiamo le capacità e non possiamo essere fermati dalle procedure”.

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