SUDeFUTURI III: risorse umane e progettazione

L’investimento più grande: le persone 

Antonella Polimeni: «Mio padre era uomo di questa terra e credo di aver ereditato dalla Calabria la mia grande determinazione» ha dichiarato la prima donna rettrice della Sapienza dopo 300 anni e prima eletta al primo turno dopo 30. «Il mio motore è sempre stata la passione per l’attività accademica. Sin da bambina volevo fare l’insegnante». E sui pregi e i limiti della didattica a distanza ha aggiunto: «La dad è stato uno strumento a cui tutte le università italiane si sono adattate velocemente, un’esperienza di cui dovremo far tesoro per rimodulare il futuro immaginando alcune forme di insegnamento. Ma non può in alcun modo sostituire la presenza perché l’università non è solo didattica ma anche socialità. Si devono formare le persone non solo trasmettere i saperi».

Di ripresa ha parlato anche la reggina Anna Barbaro, campionessa di Paratriathlon (argento Tokyo 2020): «La pandemia in un primo momento mi ha abbattuto perché si era capito che le Olimpiadi sarebbero state sospese. Mi sono mancati gli allenamenti ed in particolare il nuoto. Poi la mia famiglia ha allestito una piccola palestra in casa ed il 6 maggio sono tornata in acqua ed è stato bellissimo perché era il mare di casa mia a Pellaro. C’eravamo solo io ed il mio allenatore e non volevo più uscire». La campionessa si è poi soffermata sulle difficoltà della preparazione ai giochi durante il periodo pandemico: «Fino a Tokyo siamo stati chiusi in bolla. In zona bianca per molti è ripartita la quotidianità mentre noi atleti siamo stati tutelati. Dietro questa medaglia c’è una famiglia forte, un allenatore forte e un compagno presente». Poi, in conclusione, ha raccontato del calore ricevuto dalle persone del territorio che l’hanno supportata fin dagli allenamenti per le vie di Reggio Calabria: «Sono caduta tante volte, ho avuto tante difficoltà ma qualcosa si sta muovendo».

L’Italia non può ripartire se il Nord resta l’unico motore, ne è convinto Adriano Giannola, presidente Svimez. «Pensare di riprendere quello che era prima la pandemia sarebbe un errore. I fondi servono a cambiare rotta nel Paese, soprattutto in tema di Nord e Sud. Non fermare il vento del nord è stato il mantra nazionale degli ultimi decenni, se non cambia questa visione non si riparte». Per far questo sarebbe necessario investire in opere d’impatto, «uno shock emotivo» è ciò di cui il paese ha bisogno. Ciò potrebbe essere rappresentato dai porti e dal ponte sullo Stretto dato che «gli investitori considerano la Sicilia il centro strategico del mediterraneo». E sul PNRR ha concluso: «Il problema non è avere il 40% ma come verrà utilizzato». 

«Un uomo di esempio» è ciò che è Santo Versace, ha detto il presidente di Entopan Francesco Cicione che da anni persegue il sogno di realizzare in Calabria e nel sud Italia, nel cuore del Mediterraneo, un ecosistema di innovazione fatto di spazi, campus fisici materiali e immateriali e stakeholder di vario genere che possano collaborare nello sforzo di produrre innovazione utile e armonica. « Il Sud è una risorsa per l’Europa e soprattutto per il Mediterraneo. La nostra sfida è uno sforzo inedito. Abbiamo deciso di farlo al Sud e senza alcun ricorso alla finanza pubblica. Perché la finanza pubblica non ha tempi compatibili con l’innovazione. Oggi si parla spesso di PNRR e il grande assente in questa discussione è il contributo umano. Senza un capitalismo generativo non può esistere un’amministrazione etica».

Risorse e progetti per la ripartenza

Quali risorse e quali progetti riusciranno a garantire la ripartenza al Sud? Si riusciranno a sfruttare le risorse del PNRR per garantire infrastrutture e sviluppo? A queste domande hanno provato a dare risposte i relatori della seconda sessione dei lavori di sabato mattina. 

Biagio Mazzotta, Ragioniere generale dello Stato, su domanda di Paolo Mieli in relazione a possibili sottrazioni di fondi del PNRR al Sud, lo ha escluso: «Ritengo non ci sia un problema di sottrazione di risorse al Sud – ha spiegato Mazzotta. Alcuni progetti assegnati in via diretta nell’ambito della rete ferroviaria ad esempio. Altri saranno messi al bando e il 40% degli stanziamenti, andranno al Sud. Se i progetti ci sono e le regioni saranno efficienti, ci saranno i finanziamenti. Nessuna ingiustizia, bisogna saperseli guadagnare. Il Nord rimane in vantaggio in questo momento nella progettazione. Il Sud deve cambiare il modo di fare del recente passato in cui presenta, sì i progetti di spesa, ma molto spesso questi ultimi venivano considerati inammissibili». 

Secondo Francesca Moraci, docente, urbanista, già membro cda gruppo Fs, «l’investimento deve essere considerato in una strategia complessiva. Ci vuole una visione, un sistema paese che deve essere competitivo e incastonato nel Mediterraneo. Sarà fondamentale realizzare l’alta velocità fino a Reggio Calabria.  Ci sono 4 miliardi previsti per il Sud e 2 miliardi per nuove opere che devono essere utilizzati per recuperare i ritardi nelle infrastrutture». 

Sull’importanza di realizzare infrastrutture nel Meridione si è soffermato anche Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia: «le infrastrutture sono fondamentali per valorizzare le bellezze e i borghi del Sud Italia che spesso sono irraggiungibili proprio per l’assenza di infrastrutture e mezzi».  Inoltre, per la valorizzazione dei borghi semi abbandonati del Meridione, per Spaziani Testa non hanno senso iniziative: «Non è la vendita a un euro delle case  che risolve il problema, bisogna farli rivivere».


Fabrizio Frullani, giornalista del Tg2
, ha puntato l’attenzione sui tempi. «Non ci dimentichiamo che per il PNRR saranno fondamentali e che proprio in questi giorni ci sarà il primo banco di prova. Sull’alta velocita, il premier Mario Draghi ha detto che si farà fino a Reggio Calabria. Dobbiamo avere fiducia e ricordare che ci troviamo davanti a un’occasione storica che va accolta con tutte le forze e la disponibilità di tutti».

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