The Good Place

53 episodi, IV stagioni, 2016/2020, Usa
di Michael Schur

NBC | Netflix

Perché guardare The Good Place? Perché è una serie divertente, dissacrante, rivoluzionaria, sovversiva, capace di far ridere sulle paure ancestrali dell’umanità: la morte e il dopo morte. Perché è una delle commedie più innovative degli ultimi tempi. E perché il finale è un vero colpo di scena, profondo e definitivo. Un finale che non ci si aspetta, ma che rende le quattro stagioni ancora più intense e cariche di messaggi.

L’onda che si infrange sulla riva non è acqua che sparisce, ma che torna nel mare” spiega Chidi a Eleanor. E non c’è altro da aggiungere.

in sintesi, senza spoiler

Morire nel più stupido dei modi. E trovarsi in un aldilà troppo simile all’aldiqua. Esiste un incubo peggiore?
Eleanor è la prima ad incontrare Michael una volta entrata in The Good Place. Utopia? Paradiso? Purgatorio? La commedia inizia leggera, affiancando ai due protagonisti altre due anime – Chidi, insegnante di etica, Tahani, snob ereditiera, Jason, ladro squattrinato ed aspirante dj – e Janet, una sorta di jolly tuttofare che tanto sembra l’incarnazione di Alexa o Siri, capace di materializzare ogni desiderio dei residenti.

Morire travolta da una fila di carrelli mentre si raccoglie una bottiglia di tequila o schiacciato da un elettrodomestico volato dalla finestra mentre si esercita la propria indecisione, la fine è sempre quel divanetto in cui l’angelo/demone/architetto Michael svela poco per volta la differenza tra parte buona e parte cattiva, le regole del gioco, la voglia di aiutare chi non si meriterebbe altro che fiamme dell’inferno.

Si ride – ma più spesso si sorride, altre si riflette profondamente – pensando alla farsa della vita e della morte. E si impara qualcosa di molto importante: si può sempre diventare migliori di quello che si è. O comunque di quello che si pensa di essere.

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