Scomparsa, J.C. Oates

il muro dei sentimenti

Joyce Carol Oates (Lockport, 16 giugno 1938), autrice e intellettuale statunitense poliedrica, è tra le più prolifiche della letteratura americana: ha pubblicato il primo libro nel 1963. Ha pubblicato nell’arco di sessant’anni oltre cento libri, tra cui 57 romanzi e 42 raccolte di racconti. Alcuni dei suoi libri sono pubblicati con lo pseudonimo di Rosamond Smith e Lauren Kelly. Ha vinto numerosi premi letterari, incluso il National Book Award, due O. Henry Award, la National Humanities Medal e il Jerusalem Prize nel 2019; è stata inoltre più volte finalista del Premio Pulitzer. Ha insegnato alla Princeton University dal 1978 al 2014 ed è Roger S. Berlind ’52 Professor Emerita in the Humanities con il corso di Scrittura Creativa. È docente di short fiction alla University of California di Berkeley. È membro del consiglio di amministrazione della John Simon Guggenheim Memorial Foundation.
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Tira fuori il tuo cuore quando scrivi: questo il primo dei 10 consigli di scrittura di Joyce Carol Oates. E di cuore ne ha messo tanto nelle 460 e rotte pagine di Scomparsa (Mondadori, 2016), rendendolo, al di là di alcuni voluti stop narrativi, godibilissimo.

Repetita iuvant, avrebbe dovuto inserire nel suo decalogo. Perché Oates, con la sua maestria ricamatrice, riprende molti concetti da più parti, da più angolazioni, da più personaggi. E accumulo dopo accumulo riesce a riprenderli anche in capo alla stessa voce, allo stesso personaggio, che cambia prospettiva e carico emotivo nel prosieguo della trama.

Un libro di colpe, espiazioni e redenzioni, è Scomparsa di J.C. Oates. Il pentimento che non c’è, che arriva e cambia tutto, rende evidente e moltiplica amore: questo il tema intorno al quale si sviluppa una trama che di primo acchito sembra riportare a Twin Peacks, ma che man mano che si prosegue nella lettura, e le ombre dei singoli personaggi vengono trasformati in antri oscuri, ricordano Espiazione, e persino Delitto e Castigo.

Alla fine del romanzo rimane Cressida, con i suoi neri e i suoi colori. E quel muro alto, lungo, invalicabile che può essere innalzato tra esseri umani.

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